Licenze estetiche di una Monkstrap
Una monkstrap speciale dove la componente luxury si paventa senza veli.
Possono il lusso e la tradizione concedersi una licenza estetica?
Si, ad esempio abbattendo le frontiere tra i concetti di interno ed esterno, sfiorando la metafisica, osando, sfidando.
Lo fecero i grandi architetti di rottura del ‘900 ed oltre quando crearono e perseguirono una nuova estetica del design e dello spazio in particolare, concepito non solo come elemento materiale o fisico.
Il grande Torelli, nel 1600, portò questa interazione nel teatro moderno rendendo infinite le scenografie.
D’altronde le analogie tra arte, architettura e psicoanalisi sono oggi frontiera ed oggetto di studio.
Corpo e mente cercano (e trovano) la serenità, il benessere. Dentro e fuori, appunto.
Qui nasce l’idea, l’escursione mentale che traspone l’architettura in una calzatura. Una monkstrap speciale dove la componente luxury si paventa senza veli.
Il vissuto contenitivo della calzatura si riduce a beneficio di aperture che sottendono a folate di aria nuova, alla vita, alla libertà.
Libertà di una donna alla ricerca di nuovi piaceri estetici, alternativa nell’affermazione di sé.
Come questa calzatura, che non teme sguardi indiscreti e che porta con sé tutti i dettagli di una grande tradizione pur sconvolgendone l’ordine di lettura.

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